Quasi un numero speciale quello di maggio de "I Nostri Cani" (rivista ufficiale dell'ENCI), con la copertina ed un ampio articolo interno dedicato al lavoro delle unità cinofile UCIS in Abruzzo; articolo che merita di esser riproposto integralmente:
Cronache dal terremoto
L’allarme. La partenza dei volontari. I primi interventi in situazioni tragiche. La soddisfazione indicibile di essere dove la solidarietà chiama
Alle ore 06,00 circa di lunedì 6 aprile, alla segreteria UCIS (unità cinofile italiane soccorso), affiliata ENCI (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana), arriva tramite comunicazione telefonica da parte del Dipartimento della Protezione Civile, e più precisamente dal responsabile del Volontariato dott. Mauro Ceccaroni, la richiesta telefonica (seguirà poi una comunicazione ufficiale via fax) di allertare le nostre unità cinofile. La richiesta chiede di inviare delle unità cinofile, site nelle zone limitrofe a L’Aquila. Immediato l’intervento di Albino Tommaselli (Segretario Nazionale) che allerta le 5 unità cinofile dell’Aquila (PIVEC), già in stato di emergenza, e a seguire altre 5 da Roma (Orme di Ascan). Alle ore 08.00 Bruno Piccinelli (Presidente UCIS) vedendo i vari TG si rende conto che la situazione è più grave di quanto si pensasse e convinto che la necessità di cani da inviare sul terremoto fosse di gran lunga superiore delle 10 inviate, di comune accordo con la segreteria operativa UCIS decide di allertare altre unità cinofile della Toscana e mettere in allerta gli altri presidi. Questo ci da ragione, perché alle 10,00 arriva la richiesta di altri cani da inviare. Immediatamente parte l’ordine ai presidi di Darfo Boario Pro Civil, di Ghedi, di Cani Da Soccorso Provincia di Sondrio, dei Lupi di Monte Pulciano, presidio Achela, dell’Anpas Orentano, di mettersi in viaggio per la zona del disastro. Circa altre 15 unità cinofile. Nel frattempo il nostro Presidente Bruno Piccinelli scambia diverse telefonate con i referenti del Dipartimento e li informa che a suo giudizio fossero ancora al di sotto delle necessità il numero di cani che servirebbero sulla zona terremotata. Infatti alle ore 16.00 circa ci perviene un’altra richiesta. “E’ chiaro che abbiamo perso del tempo prezioso” precisa Piccinelli, “non è certamente polemica la mia, mi rendo conto che era difficile valutare bene la necessità, si deve pensare che si stava operando nella primissima emergenza.”. Partono presidi del gruppo comunale di Ospitaletto, un presidio del Veneto il Gelso, il presidio della Calabria I Lupi della Serre Consentine, “In totale sono state allertate ben oltre 60 unità cinofile, con al seguito anche una decina di logistici per il supporto alle operazioni. Tutte le nostre unità cinofile sono ovviamente autosufficienti sia per gli spostamenti che per l’alloggio” continua Piccinelli, “man mano che le nostre Unità Cinofile arrivavano sul posto, hanno iniziano immediatamente ad operare. A coordinare le operazioni sono stati inviati sul posto Alfredo Gottardello e Raffaello Colombo. Le ricerche sono continuate ininterrottamente da lunedì a giovedì. Già martedì in mattinata e in serata, alcune unità cinofile, di altre associazioni ricevono l’ordine di rientrare, l’UCIS quale associazione nazionale, riceve un fax di continuare le operazioni di ricerca fino ad almeno giovedì, in collaborazione con altre istituzioni. Ancora una volta l’UCIS ha avuto la piena fiducia da parte delle istituzioni, che sono state ricambiate con tutta la professionalità che i nostri cinofili sanno dimostrare e per questo hanno ricevuto il plauso di tutti. Molte sono state le segnalazioni effettuate dai nostri cani, ma visto che non è una gara a chi fa meglio, non ci sembra opportuno farne l’elenco. Da sottolineare invece la grande disponibilità di tutti i volontari che hanno prestato la loro opera, a tutti loro va un grazie da parte di tutti i cinofili italiani. L’UCIS dispone di ben 115 presidi dislocati in tutte le regioni italiane con 1.300 iscritti e centinaia di unità cinofile delle varie discipline di ricerca.”
Ricordando l’alluvione in Valtellina con la frana della Val Pola dove venne sotterrato l’intero paese di Sant'Antonio Morignone, DA “I NOSTRI CANI” - OTTOBRE 1987: “Il trascorrere del tempo aveva appena appannato i ricordi e sfuocato le immagini di quel terremoto nel Messico che anni orsono sconvolse gli uomini di tutto il mondo, obbligati a riconoscere come la violenza della Natura possa sfuggire ad ogni presunzione di controllo o di governo. Allora fra i tanti scopi giornalistici apparve dapprima timidamente, poi in evidenza, l’opera preziosa delle squadre di soccorso costituite dalla coppia uomo-cane. Più coppie: una equipe. Affiatata, esperta, appassionatamente efficace. Il mondo prese coscienza di questa opera e laddove la Protezione Civile ebbe dai Governi l’opportuna incentivazione si avviò un progetto di preparazione di uomini e cani iscritti in un organico concerto”. Il progetto UCIS è nato e cresciuto, le Unità Cinofile ad esso iscritte, con il trascorrere degli anni sono aumentate, si sono perfezionate ed evolute, e lo spirito di passione e solidarietà è una fonte inesauribile di energia e volontà! “Dalle pagine di questo giornale abbiamo più volte raccontato l’evolversi di questo progetto, le prime realizzazioni, il “brevetto”, le squadre, l’interscambio con il Ministero della Protezione Civile. Durante questi anni da parte di tutti si è continuato a lavorare, a ben preparare, ad affiatare squadre di soccorso: quella splendida molla che è la passione del volontariato è stata lubrificata e tenuta in tensione. E vennero così i giorni della Valtellina, l’improvviso scatenarsi delle acque che, per reazioni naturali a catena, presero forma di violenza inaudita e seppellirono vite umane e beni sotto cumuli di detriti. Pronte, tempestive le squadre di soccorso. Ancora una volta il cane, amico dell’uomo, ha rischiato la propria vita per salvare non il “suo padrone”, che aveva al fianco, ma un simile del suo padrone, un altro uomo che stava soffrendo. Perché l’Uomo è suo Amico; e l’istinto è ancestrale”. E ancora, crollo della Torre di Pavia, “I NOSTRI CANI” - MAGGIO 1989: “... Nel crollo purtroppo sono state travolte vite umane. Le Unità Cinofile del Corpo Volontari Protezione Civile di Milano sono state allertate dalla Prefettura… Ancora una volta l’ENCI si è reso utile, tramite una sua struttura, in una calamità di eccezionale portata civile. Anche in questo un settore dell’utilizzazione del cane l’ENCI è presente con particolare dedizione ottenendo numerosi risultati a conforto di una pratica di addestramento che tiene permanentemente impegnati gli specialisti del settore con enormi sacrifici. L’Ente, quindi, prosegue in questa missione impegnando ogni sua risorsa per poter fornire al Dipartimento della Protezione Civile la più ampia collaborazione”. Un doveroso ringraziamento va ai nostri cani, che mettono a disposizione le loro indiscusse capacità a favore degli uomini e della loro incolumità, rischiando la propria. Un sentito ringraziamento ai loro conduttori, che con dedizione e sacrifici, senza indugio alcuno si sono messi a disposizione della collettività, pur sapendo il rischio a cui andavano incontro. Si ringraziano per la collaborazione avuta nell’intervento: il Corpo Forestale dello Stato, i Vigili del Fuoco, la Polizia di Stato, l’Ass. Nazionale Alpini, la Guardia di Finanza Vorrei invece sperare finalmente in azioni concrete da parte di chi di dovere, per avere la possibilità di crescere, migliorare e disciplinare questa forza preziosa che è la Cinofilia da Soccorso e che è sempre in prima fila quando si tratta di salvare delle vite umane. Le Unità Cinofile preparate ci sono, l’ENCI è sempre presente, con l’appoggio della parte Istituzionale e sicuramente si avrà la possibilità di poter dare di più, che è sinonimo di aver la possibilità di salvare maggior numero di vite umane.
Sonia De Francesco
Esperienze, testimonianze e sensazioni di alcuni dei cinofili della SQUADRA UCIS che ha operato nelle zone di calamità: (meglio di loro nessuno potrebbe esprimere fino a dove possono arrivare e quali siano le incredibili capacità dei cani, meglio di loro nessuno potrebbe raccontare…)
“Descrivere a parole quello che è stato a L’Aquila in questi tre giorni non è facile. Lo stupore, l’incredulità, la tristezza e l’angoscia sono le emozioni che ci hanno assalito al nostro primo ingresso nella città la sera di Lunedì 6 Aprile 2009, quando il panorama di distruzione generale e il frenetico movimento delle operazioni di recupero in corso hanno stretto come una morsa d’acciaio i nostri cuori e hanno azzittito ogni nostra parola. Questo nostro stato d’animo di profondo sconforto ci ha accompagnato fino all’arrivo al centro operativo dove in pochi minuti, una volta assegnata la nostra missione, tutte le nostre emozioni di poco prima si è trasformate in determinazione, concentrazione e volontà di recuperare chi ancora era sepolto dalle macerie. E questo i nostri cani lo sapevano già prima di noi… Ho visto il mio Border collie scendere dalla macchina dopo 8 ore di viaggio e l’ho vista fremere, agitarsi, come fosse impaziente di cominciare subito il suo lavoro. L’ho vista al solo cenno “cerca” saltare sopra un cumulo di macerie senza la minima esitazione e in quel momento ho avuto la precisa sensazione che il cane fosse completamente consapevole della grande responsabilità di cui era investito e soprattutto che fosse incurante del pericolo a cui andava incontro. E poi l’ho vista sparire… quando la terra ha ricominciato violentemente a tremare e i calcinacci hanno ripreso a cadere impietosamente sopra quella massa già martoriata di distruzione… noi siamo scappati, ma lei non era dietro di me… “...Minù!!!”. Dieci secondi lunghissimi… dieci secondi di angoscia e di paura… eppure lei è uscita, è tornata e incredibilmente già dopo poco dava segnali di voler riprendere il lavoro che aveva dovuto interrompere suo malgrado. Passato qualche minuto e atteso che la situazione tornasse almeno a un livello di parziale sicurezza, il cane è ripartito, ancora senza esitazioni nonostante il pericolo appena scampato e ha ripreso la stessa traccia individuata in precedenza. A quel punto è stato chiaro che aveva tutte le ragioni per voler tornare in quel punto e che il suo obiettivo era ben preciso: il letto, incastrato tra la soletta crollata del piano primo e ricoperto di calcinacci dove tragicamente era rimasta una giovane donna. Credo che nonostante tutti gli anni di addestramenti, di prove, di simulazioni e ritrovamenti, realmente per me sia cominciato tutto a L’Aquila quella sera di lunedì 6 aprile. Sapevo che sarebbe stato difficile decidere di sacrificare il proprio cane nella speranza di salvare una vita e adesso so che può succedere più facilmente di quanto crediamo e so che posso farlo e lo rifarei! Sapevo che i nostri cani lavorano con determinazione durante le prove, ma adesso so che non conoscevo esattamente l’enormità del loro coraggio anche dopo aver vissuto una situazione di pericolo. Sapevo che il cane è scrupoloso e determinato, ma ora ho visto la vera tenacia, la vera forza dei nostri cani CHE NON MOLLANO MAI. Ogni giorno, ogni situazione che abbiamo vissuto nei 3 giorni de L’Aquila mi hanno confermato sempre di più queste sensazioni e sono convinta di essermi finalmente svegliata dal mondo “sicuro” e ovattato dell’addestramento e essermi resa conto che non è mai abbastanza la fiducia che riponiamo nei nostri fedeli amici che non ci deludono neanche nelle situazioni più estreme. Il vero grazie che mi sento di dare in questo momento va a loro, i nostri cani, per quelle vite che hanno salvato, per quelle vittime che hanno fatto ritrovare ai parenti straziati, e perché nonostante le zampe martoriate e il naso pieno di polvere, non hanno mai mollato e ci hanno dato la forza di continuare a crederci e a sperare”.
Erika
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“Quando il cellulare squilla poco dopo le 4,30 sai già che riceverai notizie poco piacevoli, ma sentire la sala operativa della Regione Lazio che ti attiva per un terremoto di forte entità avvenuto a L’Aquila e zone limitrofe, ti lascia veramente interdetto. Ti appresti a fare tutte quelle cose che ti sei sempre detto avresti dovuto fare in questa occasione. Allerti tutte le unità cinofile, i componenti della squadra logistica, cerchi di organizzare al meglio la partenza, sei pronto a partire dopo 1 ora con 7 persone ed aspetti il “via” sperando che non arrivi perché la situazione è meno grave del previsto. Non è così, il “via” arriva. Si parte. Speri che tutto il lavoro fatto in addestramento possa essere utile, confidi di essere all’altezza della situazione. Durante il viaggio si fanno battute anche stupide ma è evidente che tutti sono molto tesi. Arriviamo a L’Aquila. Le abitazioni in periferia sembrano tutte intatte, con molta gente in giro e molte auto, diresti che è una giornata normale ma se ti fermi a guardarla in volto capisci che la gente che incontri è sconvolta, ti avvicini al centro e vedi un’altra città sembra di vedere il filmato di una città in guerra . Ci rechiamo al concentramento a Piazza d’Armi, non troviamo ancora nessuno, ci dirigiamo alla “Villa” troviamo i Vigili del Fuoco all’opera in via Corridoni, si inizia il lavoro di ricerca, un’altra squadra va in via Gualtieri d’Arte, anche lì situazione difficile, cerchiamo di fare ciò che possiamo e insieme ai vigili del fuoco si rischia forse anche oltre il consentito. Ci chiama la sala operativa della Regione Lazio per dirci che hanno bisogno di Unità cinofile ad Onna, andiamo. Arrivati ad Onna ho l’impressione di essere tornato al novembre 1980 terremoto in Irpinia, anche qui il paese non c’è più è raso al suolo, solo macerie e gente disperata, comprendi a pieno il disastro. Proseguiamo nel lavoro di ricerca e diamo il nostro modesto contributo a quest’opera di solidarietà immensa che si sta prodigando per il popolo abruzzese, cerchi di non farti coinvolgere dalla situazione, cerchi di stare sereno e lavorare al meglio col tuo cane, non è facile ti commuovi, è naturale, è il tuo cane che ti tira su con un colpetto alla mano una leccatina e ricominci a cercare. Comincia a fare buio, inizia a piovere, anche questo a complicare le cose, la notte diventa particolarmente fredda, i sopravvissuti si ammassano dentro il tendone preparato dalla protezione civile, ricevono un piccolo conforto mangiando qualcosa di caldo, ricevono una coperta per passare una notte. Fa freddo. Il giorno dopo le ricerche ad Onna vengono sospese non ci sono altri dispersi, diamo la nostra disponibilità per intervenire in altre zone ma siamo molte unità cinofile intervenute e tutte le zone sono coperte. Facciamo un ultimo giro per il paese e ripartiamo per la base, organizzeremo una raccolta di materiale utile e torneremo”.
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“Durante la ricerca avevamo la speranza di riuscire a individuare dei dispersi ancora vivi fra le macerie, la totale fiducia nel nostro cane e nel suo lavoro di ricerca ci permetteva di continuare con sempre più ardore la lotta contro il tempo. Quando poi i nostri cani hanno segnalato, la gioia ci ha pervaso, eravamo contenti. Dopo il recupero da parte dei Vigili del Fuoco, la nostra contentezza si è ridimensionata, ciò che restituivamo ai loro cari era solo una salma, ma almeno avevano restituito loro una salma su cui sfogare il loro dolore”.
Testimonianze di: Maurizio Teofili, Erika Bonzanni, Anna Pezzuolo, Gian Carlo Vignaioli
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“Eppure pensavo di essere abituato, ma ogni terremoto ogni crollo ogni disastro, è fine a se stesso. È da più di ventenni che con i cani da ricerca in macerie faccio questo lavoro, e ogni volta che mi trovo di fronte a una calamità provo nuove sensazioni e l’affrontare le ricerche con difficoltà diverse,ti pone spesso dei quesiti ai quali non sempre ai subito la soluzione pronta, ma grazie all’esperienza acquisita in anni di addestramento e un po’ di intuito creativo porti a termine il tuo lavoro. Che dire del vero protagonista colui che non si deve vestire di rosso luminescente, di verde luminescente o di blu cobalto per apparire diverso dagli altri, ma vestito “come natura l’ha fatto” con pelo quattro zampe e un fiuto incredibile, si parlo di lui “IL CANE” quell’animale straordinario al quale noi cinofili da soccorso mettiamo alcune volte in secondo piano, ma che senza di lui noi non esisteremmo cinofilmente. Quell’animale che al nostro fianco affronta le ricerche in maceria nel disagio più assurdo,quell’animale che dinnanzi al crollo togliendogli il collare dicendogli “cerca” affidandoci al suo naso, al suo coraggio nell’affrontare quella maceria pericolante in cui potrebbe rischiare la vita, ecco è proprio da lui che aspettiamo il miracolo”.
Alfredo Gottardello coordinatore U.C.
mercoledì 13 maggio 2009
sabato 9 maggio 2009
ricambiamo la visita alle UC slovene
Alcuni nostri soci hanno ricambiato la visita degli amici sloveni, andando ad una loro dimostrazione a Lokve (Nova Gorica):
incontro con le UC Slovene a Lokve (SLO) |
venerdì 8 maggio 2009
OPERATIVITA': allertamento per la ricerca di un disperso
Oggi Tatiana con Geri è stata allertata per la ricerca di un disperso in località Manzano (UD).
Mentre si avviavano verso la zona di ricerca, l'allarme è rientrato a seguito del ritrovamento del disperso.
Mentre si avviavano verso la zona di ricerca, l'allarme è rientrato a seguito del ritrovamento del disperso.
domenica 3 maggio 2009
stage a Bolzano sull'istinto predatorio
Tre giorni di stage sull'istinto predatorio, presso il campo d'addestramento delle Unità Cinofile da Soccorso Dolomiten - Bolzano.
Con Luca Carli, Educatore Cinofilo, Figurante ufficiale, Mondioring (ENCI) - Ring Francese
Con Luca Carli, Educatore Cinofilo, Figurante ufficiale, Mondioring (ENCI) - Ring Francese
Bolzano: stage sull'istinto predatorio con LUCA CARLI |
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